I Colli Albani sono costituiti dai resti di un imponente apparato vulcanico che ebbe il suo periodo di attività nel corso del Quaternario. Il susseguirsi delle diverse fasi esplosive iniziò circa 700.000 anni fa è si arrestò 20.000 anni fa. L’edificio vulcanico occupa un’area di circa 1500 km2 , la forma è quella di un tronco di cono alto circa 1 km (la quota più alta è il Maschio delle Faete, 956 m s.l.m.), più acclive nella parte centrale, con una depressione calderica di circa 10 km di diametro.
A testimonianza di un passato in cui i Colli Albani erano rivestiti da estese foreste, permangono oggi alcuni boschi misti dove si può ammirare una ricca varietà di specie arboree quali Carpini, Tigli, Aceri, Olmi, Faggi e diverse specie di querce. Queste formazioni vegetali originarie, a partire dal XVII secolo vennero sostituite dai castagneti, tanto che oggi il Castagno è la specie arborea dominante nella maggior parte dei Castelli Romani.
Sui versanti meridionali dei Colli Albani sono presenti specie che prediligono climi più caldi e asciutti come il Leccio e la Roverella, a cui si accompagnano arbusti come il Corbezzolo, il Viburno-tino, l’Erica, il Cisto femmina, il Pungitopo e talora l’Alloro. Caratteristico dell’area è anche il cosiddetto “scopiglieto”, costituito da cespugli di Ginestra dei carbonai dalle profumate fioriture gialle. Si tratta di una specie “pioniera”, in grado di colonizzare anche suoli molto poveri e denudati.
Tra i Mammiferi sono ancora presenti specie come la Volpe, la Donnola, il Riccio, l’Istrice e il Moscardino: quest’ultimo è un piccolo ghiro che costruisce con foglie e rametti un nido sferico entro cui passa l’inverno dormendo. Tra i rapaci diurni, sono presenti la Poiana, il Gheppio, il Falco pellegrino, mentre al tramonto non è raro ascoltare i richiami dei rapaci notturni: da quello monotono dell’Assiolo, un piccolo gufo migratore, a quello ben più conosciuto e ingiustamente temuto della Civetta.
Nei laghi di Albano e di Nemi, durante l’inverno sono presenti gruppi di anatre e di altri uccelli acquatici provenienti dall’Europa centrale e settentrionale. Nei boschi meglio conservati sono presenti il Picchio muratore, il Picchio verde, il Picchio rosso maggiore, di cui si possono rilevare le cavità, e il Rampichino, un piccolo Passeriforme dal becco sottile e ricurvo all’ingiù, dal comportamento per certi versi simile a quello dei veri picchi.
Uccelli tipicamente mediterranei sono il Passero solitario, dal vistoso piumaggio grigio-ardesia e dal canto flautato, e la Sterpazzolina. La Lucertola muraiola, la Lucertola campestre, il Ramarro, dalla livrea smeraldina, ed il Saettone, innocuo serpente olivastro grande divoratore di topi, sono i rettili più comuni. Tra gli Anfibi, si può incontrare la rara Rana agile, dalla colorazione bruno-rossiccia e dalle abitudini terrestri.
L’intera area del Vulcano Laziale dei Monti Albani ricade all’interno dei confini del Parco Regionale dei Castelli Romani istituito a salvaguardia dell’integrità delle bellezze naturali di questi luoghi.
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