Albano Laziale è la prima città che si incontra percorrendo la via Appia in uscita da Roma e sorge sulle pendici meridionali del cratere vulcanico ora occupato dal lago Albano di Castel Gandolfo.

Il centro occupa parte della maestosa villa che l'imperatore Domiziano, nel I sec. d.C., si fece costruire tra il lago e la via Appia, nel luogo dove Settimio Severo, nel III sec. d.C., edificò l'accampamento per i soldati della "Seconda Legione Partica". Dopo lo scioglimento della legione, nel IV sec. d.C., Costantino donò le strutture alla chiesa, costruendo anche una basilica dedicata a S. Giovanni Battista, l'attuale Duomo, segno evidente di una nutrita comunità cristiana.

Nel 395d.C. viene nominato il primo vescovo di Albano, un certo Ursino. Durante il Medioevo l'abitato fu più volte devastato a causa delle invasioni barbariche e delle lotte fra le famiglie nobili. Durante la guerra greco-gotica, fu occupata da Bellisario, generale di Giustiniano. Nel 774d.C. Carlo Magno donò la città alla Santa Sede.

Nel 946 venne infeudata da Ottone I° alla famiglia Savelli e da allora subì le sorti strettamente legate alle vicende di questa casata, fino alla fine del 1200, quando la famiglia Savelli ne venne definitivamente in possesso creando, tra l'altro, un ulteriore centro abitato su un colle ancora denominato "Monte Savello". Nuovi saccheggi dovevano però avvenire ad opera , prima di Federico lI, re di Napoli e di Sicilia, e della Santa Sede poi, in seguito alla guerra contro i Savelli e i Colonna. Domata completamente la città da Pio Il (1458 – 1464), il feudo passò ai parenti di Sisto IV (1471-1484) e successivamente a Rodrigo Borgia, figlio di Lucrezia. Nel 1503 fu di nuovo dominio dei Savelli. Nel 1697 durante il pontificato di Innocenzo XII (1691-1700), a causa dei debiti della famiglia, Albano fu messa all'asta e divenne proprietà della Santa Sede.

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