L'edificio sorge a monte dell'attuale centro abitato di Albano, databile alla metà circa del III secolo d.C., voluto dagli stessi legionari e fu scavato in parte nel banco naturale di peperino e in parte poggiato su una sostruzione semicircolare che ha in facciata 14 grandi nicchie.
Poteva contenere più di 10.000 spettatori e si poteva accedere direttamente all'arena tramite i due ingressi (vomitoria) principali.
Le irregolarità e le trascuratezze costruttive dell’anfiteatro si possono spiegare in quanto i lavori furono diretti sì dai praefecti fabrum (ossia dei prefetti, ufficiali del genio incaricati di definire l’assetto dell’accampamento, di delinearne i confini e provvedere a tutto quello che si riguardava l’edilizia dell’accampamento stesso), ma eseguiti dagli stessi legionari.
Sono individuabili diverse tecniche costruttive: opus quadratum (blocchi parallelepipedi sovrapposti a secco), opus tufaceum (blocchetti in peperino - talvolta con uno strato di bipedali all’imposta delle volte), opus listatum (strati alternati in peperino e in laterizi), opus mixtum (parti di muratura in blocchetti alternati ogni tre o quattro piedi con strati laterizi), opus testaceum (muri, semicolonne, archi costruiti in la-terizio).
Al centro della cavea sorgeva il podio imperiale (il pulvinar).
Uno degli ingressi secondari, durante il medioevo, fu trasformato in una piccola chiesa.
Date le sue dimensioni, rappresenta uno dei monumenti più grandi del suo genere fuori dalla città di Roma.
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