Nel 1617 i cappuccini inviarono ad Albano Fra’ Michele, fabriciere dell’ordine, su richiesta del signore del posto Paolo Savelli
Fra i luoghi proposti per la costruzione del nuovo del complesso monastico, si scelse “il più sicuro in quanto a l’aria et anche il più ameno di vi-sta sopra il Collesio al quale anco concorreva il signor principe Savelli..., fu stabilito di piantare la croce e gettare la prima pietra... -‘‘.
Il convento venne così a trovarsi in uno dei punti più suggestivi del paese, sul costone del lago, all’inizio delle gallerie di sopra, in alto sovrastante il centro abitato, come voleva la tradizione.
Due anni dopo il 14 luglio del 1619 era terminata la costruzione del convento e della chiesa. Il Convento dei Cappuccini, come ricorda la lapide all’interno della chie-sa, fu voluto da Flaminia Colonna Gonzaga e dedicato nel 1619 a S. Bonaventura.
Il 30 agosto 1625 fu consacrato l’altare maggiore ai santi Francesco e Bonaventura
L’aspetto dell’organismo è rimasto pressoché inalterato fino ai giorni nostri tranne per la
la facciata della chiesa dove evidenti sono gli interventi di restauro di probabile datazione ottocentesca.
Il convento e la chiesa ci mostrano in tutta la loro semplicità le linee e le forme essenziali dell’archi-tettura conventuale e in questo caso particolare, di quella cappuccina.
L’interno un’aula rettangolare, con due piccole cappelle laterali, presenta una copertura a volata ribassata nella zona presbiteriale, dove sopra l’altare è posto un quadro di Gerrit van Honthorst, che rappresenta Flaminia Colonna Gonzaga con S. Bonaventrura in adorazione della Vergine. Nella Cappella laterale di destra vi è un gruppo scultoreo in travertino e marmo del 1633 ca., di due artisti di scuola berniniana Andrea Bolgi e Stefano Speranza, rappresentante la Vergine, S. Giuseppe, il Bambino, il bue e l’asinello.
Usciti dalla chiesa sulla sinistra si può vedere l’ingresso al bosco dei frati del convento dei Cappuccini che l’autore Francesco Giorni nella sua opera Storia d’Albano del 1842 così definisce: <<...meravigliosamente ameno, copioso d’acqua, delizioso e divoto, eccitando non poca divozione alcuni piccoli oratori sparsi per il giardino ed il bosco, fattivi costruire.. .dal Papa Urbano VIII che molto si dilettava di intrattenervisi nelle sue villeggiature a Castel Gandolfo e l’ultimo più elevato dal cardinale Antonio Barberini, cappuccino, nipote del pontefice; e dal quale oratorio nonché dal più attiguo, forniti di loggia nel sopra, si scopre una bellissima pro-spettiva ad oriente ed a mezzogiorno; scoprendosene altra simile a settentrione e occidente del viale del bosco...”>>.
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