L’attuale Piazza Sabatini, sulla quale si apre uno degli ingressi della Villa Pontificia, è chiusa da un lato dal prospetto laterale della Cattedrale di Albano Laziale, dedicata al patrono S. Pancrazio. Costantino la fece costruire per la popolazione che si era venuta addensando intorno al castrum, in modo tale che potesse liberamente professare il culto cristiano.
La basilica costantiniana, alla quale era annessa anche la sede episcopale, fu distrutta da un incendio durante il pontificato di Leone III (795-816); lo stesso Leone III commissionò il restauro della chiesa in mirum in modum.
Nei secoli successivi, il paese e la chiesa stessa furono oggetto di varie distruzioni: la prima compiuta dai Romani nel 1169 e le altre ad opera di Eugenio IV (1431-1447) e di Sisto V (1585-1590), riducendosi da un piccolo borgo di 800 persone, tormentate dalle prestazioni d’opera imposte dai Savelli.
Nonostante i restauri voluti da Onorio IV (1285-1287) e poi dal Cardinale Pietro de Foix, la chiesa alla fine del secolo XVI si presentava come una stalla, costituita da una sola navata.
Nel 1567, vennero rifatti il pavimento e il tetto per volere del Cardinale Ottone Truches ;
nel 1570, il Cardinale Guido Feltri della Rovere, ripristinò la sagrestia e l’altare maggiore; nel 1594 il Cardinale Bonelli vi stabilì il capitolo, abbellendola con nuovi arredi. Nel 1688 il Cardinale Flavio Chigi, vescovo della città, commissionò interventi di restauro e fece realizzare la costruzione di un cimitero “ecclesiale contiguo”, ed una sacrestia, quest’ultima su disegno di Carlo Fontana.
La trasformazione del tempio si deve al cardinale Ferdinando D’Adda, che si era preposto di dare un aspetto definito alla cattedrale, e che fece anche rivestire di muratura le colonne della navata centrale. Alla sua morte, il cardinale Fabrizio Paolucci, proseguì l’intento del suo predecessore, incaricando nel 1722 l’architetto Carlo Buratti di progettare la facciata. La chiesa continuò ad avere, però per l’esercizio di culto la sola navata centrale, essendo quella di destra ridotta a canonica e a cancelleria vescovile e quella di sinistra adibita a cimitero.
Dopo 5 anni di lavoro, il 5 maggio 1720, la chiesa fu riconsacrata. Il 13 gennaio 1826 dopo nuovi restauri fu riaperta al culto la navata orientale. La storia dei lavori della cattedrale proseguì anche per volere della popolazione, che raccolse dei fondi, per gli interventi di restauro che incominciarono nel 1854. Ulteriori ristrutturazioni vennero compiute nel 1913, confermando così alla chiesa l’aspetto attuale: fu smantellato l’antico soffitto a cassettoni e vennero rinforzati i pilastri.
Il campanile affiancato alla chiesa fu ricostruito nel primo decennio del XVII secolo per volere del vescovo di Albano Laziale Cesare d’Estrees.
|