Il nucleo storico della città, che si trova in corrispondenza dell'antica cattedrale di S.Maria in Vivario e del limitrofo Palazzo Episcopale, fu costruito sui resti di una villa romana, appartenuta prima a C. Passieno Crispo e poi passata ai Flavi, le cui sostruzioni formavano un imponente terrazzamento che livellava il declivio su cui sorgevano; l'estensione della superficie occupata dalla villa doveva essere notevole dato che resti della stessa sono stati documentati sotto la Chiesa del Gesù.
La prima menzione di "Frascata" compare nel IX secolo, nelle donazioni che Leone IV (847 - 855) e Benedetto III (855 - 858) fecero a tre chiese locali: S. Maria, S. Sebastiano e S. Vincenzo; il centro abitato crebbe d'importanza con la distruzione di Tuscolo e fu dotato di fortificazioni, i cui resti sono stati rilevati durante la costruzione di un muraglione in via Regina Margherita.
Nel 1501 Alessandro VI (1492 – 1503), confiscò Frascati per annetterla al ducato di Nepi a beneficio dei suoi figli Rodrigo e Giovanni.
La storia urbanistica di Frascati è strettamente legata alle vicende politiche dello stato Pontificio e a tutte le prestigiose famiglie romane in lotta con il papa e, in particolar modo, all’amministrazione di Paolo III (1534 – 1549). Il papa ripartì l’abitato in tre rioni: (S. Maria, SS. Flavia e Domitilla e S. Pietro) e tracciò un nuovo tessuto viario per quanto possibile regolare, condizionato però dal perimetro delle mura esistenti e di quella parte che fece costruire ex novo, inglobando così l’ultima sezione dell’abitato che ne era rimasta fuori.
La fortezza venne liberata dalle costruzioni che vi si erano addossate, guadagnando così in prestigio e decoro. Purtroppo di queste, come di molte altre tracce di storia dell’urbanistica lasciate dai papi e dalle loro famiglie che si alternarono al governo della cittadina, è andato perduto quasi ogni segno a causa dei bombardamenti bellici.
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