Nei pressi della strada che conduce alle rovine del Tuscolo sorge l’eremo di San Romualdo, fondato nei primi anni del XVII secolo, per consentire all’ordine dei Camaldolesi di avere una sede nelle vicinanze di Roma. Nel 1600 il nobile comasco Giovanni Angelo Frumenti, canonico della basilica di Santa Maria Maggiore, scelse come luogo per edificare l’eremo la località <<Grotta Celso>>, nell’omonima contrada, dove erano già presenti alcuni eremiti. Dopo la raccolta di varie donazioni del terreno circostante, il 15 marzo del 1607 si intraprese la costruzione di alcune celle. Data la mancanza di fondi i lavori proseguirono a rilento. Fu costruita per volontà del papa Paolo V (1605 – 1621) anche una cappella, che andò distrutta nell’incendio del 17 aprile del 1638. Nel 1680 fu proibito l’ingresso alle donne ad esclusione della principessa Borghese che aveva donato l’arredo della cappella. Il divieto è tuttora vigente.
Il Card. Passionei ospite non gradito dagli eremiti s’instaurò nel complesso, e trovandosi molto bene nell’eremo lo ristrutturò completamente, apportandone modifiche ed ampliamenti. Alla sua morte però gli eremiti abbatterono quanto era stato fatto dal Cardinale cercando di riportare l’eremo al suo aspetto originario.
Nel 1772 fu riconsacrata la chiesa, che era stata ricostruita su disegni del Tarquini.
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