Una delle poche aree boschive rimaste nel territorio, parte di un bosco estesissimo che rivestiva le colline a sud della città, tra il lago di Albano e quello della Fajola, più all'interno.
In questo contesto ambientale nasce, alla metà del '500, il Barco (riserva di caccia) di Marcantonio Colonna, trasformato dal figlio, Cardinal Ascanio, in un parco di delizie, con l'opera dell'architetto Girolamo Rainaldi. Il portale d'ingresso e gli altri ruderi sul piazzale, 400 metri a monte, si riferiscono appunto a questa fase. Sappiamo inoltre che vestigia romane sopravvivevano in questa zona, che la tradizione vuol far coincidere con il luogo di culto della Dea Ferentina (o Feronia). Qui si sarebbero tenute le assemblee della Lega Latina, di cui parlavano Dionigi di Alicarnasso e Livio.
Scomparsi sia i ruderi romani che le fontane e le decorazioni scultoree che lo rendevano simile a Bomarzo. Sono visibili l'arco di ingresso, tracce di nicchie e di archi, una statua femminile acefala, che supera i due metri denominata "Cellone", con al fianco un'altra statua raffigurante un "Morforio" anch'esso privo di capo. Superstite è anche una fontana a nicchia, oltre il ruscello, in cui sono visibili tracce delle decorazioni a grotte.
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