Il Mitreo, santuario dedicato al dio indoeuropeo Mithra, è ricavato all'interno di una cisterna usata per la raccolta dell'acqua, come è testimoniato da uno strato di intonaco impermeabilizzante, (cocciopesto) presente su tutte le superfici.
Il santuario, scoperto nel 1962 in una cantina nei pressi della stazione ferroviaria di Marino, si presenta come una galleria lunga circa 29 m. e larga 3 m, nella cui parete di fondo fu dipinto, nel corso del II sec. d.C., un affresco policromo con l'episodio culminante della mitologia mitraica, rappresentante il dio Mithra nell'atto di tagliare la gola ad un toro bianco.
Alle pareti vennero addossate le banchine (podia o praesepia), su cui si sdraiavano i seguaci del culto per assistere ai riti e consumare il pasto comune, sui muri furono ricavate anche una serie di nicchie per le lucerne.
Nella scena del dipinto si vede il dio Mitra all'interno di una grotta, nell'atto di tagliare la gola al toro, atto sacrificale che rigenererà la terra, infatti dalla coda dell'animale morente spuntano alcune spighe di grano, mentre un cane e un serpente ne bevono il sangue e uno scorpione gli punge i testicoli. Mithra è vestito con tunica e pantaloni rossi, mentre sulle spalle volteggia un mantello blu simbolo della volta celeste. Testimoni della scena sono il Sole e la Luna, (nella parte alta), mentre in basso ai due lati ci sono due dadòfori (portatori di torce): Cautes e Cautopates. Completano la scena alcune piccole rappresentazioni, quattro per lato, che illustrano il mito di Mitra.
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