Il cardinale Giovanni Colonna, per i meriti riportati nella crociata indetta da Onorio III (1216 -1227 ), ebbe il permesso dal papa, nel 1221, di cingere il paese di possenti mura, lunghe 1200 metri e in alcuni punti spesse 10 metri. Questo impianto di fortificazione è ancora oggi visibile, dato che è rimasto in buona parte intatto, anche se in epoche successive vi sono state addossate delle costruzioni. Vi si aprivano due porte, una a sud, la principale, denominata porta del castello o Capo Croce; l’altra a Nord detta Marmorelle, che serviva anche come uscita di sicurezza. Nell’interno del ‘Castrum’ costruì una rocca ben fortificata, una torre che serviva da torre di difesa e da torre campanaria.
Fece anche costruire palazzi ed edifici pregevoli per uso personale e case per i suoi vassalli, ad una certa distanza dalla cinta muraria. La Chiesa invece era congiunta alle mura, divenendo così allo stesso tempo baluardo religioso contro gli assalitori e quasi un prolungamento sacro delle mura stesse, tanto da incutere un terrore sacrilego a coloro che avessero provato a scalarle.
Fece inoltre scavare un larghissimo fossato, pieno di acqua che impediva l’ascesa alle mura, e in più fece erigere due capisaldi per il lancio dei giavellotti.
Per la costruzione degli edifici e delle mura furono utilizzate le pietre della vicina cava del Laghetto e di Pantano.
Questi lavori di fortificazione durarono per più di 10 anni(1223-1235) e costarono la ragguardevole somma di circa 30.000 libbre di denari provenzali, somma davvero eccezionale per quei tempi.
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