Il territorio delle DOC> Uno sguardo d'insieme
Zagarolo D.O.C.


Incastonato tra i Colli Albani ed i Monti Prenestini, il territorio di produzione del vino Zagarolo è una zona tipica di bassa collina compresa – come stabilisce il relativo disciplinare – tra i 100 ed i 400 metri sul livello del mare. I più lontani Monti Tiburtini, unitamente ai vicini Monti Prenestini, proteggono la zona dai venti provenienti dal Nord e dal Nord-Est, lasciandola aperta pienamente al famoso “ponentino”, che mitiga il calore delle estati romane. La zona, peraltro, è riparata a Sud dai Colli Albani. Tutto ciò determina condizioni climatiche favorevoli all’attività vegetativa della vite.
La storia della viticoltura nel territorio dello Zagarolo si confonde con quella della fondazione delle città di Gallicano e Zagarolo nell’Alto Medio Evo, anche se la coltura della vite fu riordinata agli inizi del secolo a seguito della distruzione dei vigneti ad opera della fillossera.

Il vino, pur essendo prodotto anche nella tipologia amabile, è prevalentemente del tipo secco, anche se molto armonico, fragrante e bevibile con molta piacevolezza nelle produzioni più accurate; ciò per rispondere meglio alle esigenze della clientela costituita in gran parte dalle trattorie ed osterie di Roma, ove viene trasportato prevalentemente sfuso.

Il territorio di produzione comprende i territori di Gallicano ed in parte quello di Zagarolo, nonché parte dell’attuale San Cesareo. Da notare che, nella D.O.C. generale “Castelli Romani”, il territorio di Gallicano è rimasto escluso e ne fa parte solo quello di Zagarolo.

I vitigni sono costituiti, come nelle zone di produzione limitrofe, dalla Malvasia di Candia, la cui abbondante produzione viene ingentilita dal Trebbiano toscano, affinata dal Trebbiano giallo, resa serbevole da quello verde ed aromatizzata dalla Malvasia puntinata. Il Bellone ed il Bonvino sono complementari a tale assortimento.

I metodi di allevamento sono prevalentemente il tendone, anche per la grande esperienza conseguita con tale impianto nella produzione di uva da tavola; rari gli impianti a filari sia del tipo a cordone speronato che, più raramente, alla gouyot.
La commercializzazione risente ancora della vecchia tradizione secondo cui gli osti si recavano nei tinelli accompagnati dai mediatori, detti sensali, e sceglievano il vino, spesso pagandolo anticipatamente; tutto con la garanzia della stretta di mano e di una sigla, scritta con il gessetto, sulla botte prescelta; i carrettieri a vino provvedevano alla consegna scalare all’osteria degli acquirenti.
Anche oggi, che la nuova tecnologia ha reso omogenee le varie partite di una stessa azienda, è il produttore che effettua la consegna diretta alle trattorie ed enoteche di Roma. Peraltro ancora molto è il vino che viene acquistato sul posto direttamente dai consumatori, motivo, spesso, per una piacevole gita nella zona.


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